Cison di Valmarino
Castello Brandolini
Il Castello Brandolini, ora Castelbrando, è un imponente edificio di antiche origini arroccato su uno sperone del monte Col de Moi in posizione strategica e altamente suggestiva. Dopo essere stato dei Da Camino, fu donato nel 1436 dalla Serenissima al Brandolini e al Gattamelata. Di impianto duecentesco, nei secoli fu trasformato da fortezza in una residenza signorile formata da palazzi edificati in varie epoche.
La chiesa arcipretale
Situata nel centro storico, questa deliziosa chiesa settecentesca ha la peculiarità di presentare due facciate ed è abbellita dalle sculture ottocentesche di Marco Casagrande, artista neoclassico famoso anche in Ungheria. L’interno custodisce alcune opere di interesse, tra cui cappella di San Giuseppe, ricoperta di decorazioni a stucco e dipinti e abbellita da una pala d’altare dipinta da Francesco Fontebasso, pittore settecentesco allievo di Sebastiano Ricci. Degna di nota è anche la Sacra conversazione conservata in sacrestia che fu dipinta prima del 1550 dal pittore lombardo Antonio Solario.
La via dei mulini
Si tratta di un percorso naturalistico che si snoda nel Comune di Cison di Valmarino, inserito in quello più esteso denominato “Le vie dell’Acqua” lungo complessivamente circa cinquanta chilometri.
L’itinerario ha inizio dalla piazza del paese su cui si affacciano importanti palazzi storici. Risalendo la valle del torrente Rujo, si giunge al caratteristico ‘Ponte dei Sassi’ grazie al quale si attraversa il corso d’acqua. Seguendo le evidenti indicazioni e i tabelloni descrittivi, si scoprirà un tesoro costituito di flora e di fauna, ma anche mulini, canalette e ruderi di archeologia industriale. Durante la passeggiata è possibile scegliere tra alcune diramazioni ed arrivare fino al ‘Bosco delle Penne Mozze’.
Bosco delle Penne Mozze
Inaugurato l’8 ottobre 1972, il Bosco delle “Penne Mozze” è facilmente raggiungibile superando l’abitato del paese. Si tratta di un “memoriale diffuso”, immerso in un’area verde di oltre 16.000 mq, dove sono state collocate, in mezzo agli alberi, le lapidi che ricordano tutti gli Alpini della provincia di Treviso caduti in servizio. Dal 1968, anno dell’ideazione del progetto, ad oggi il bosco ha accolto le lapidi metalliche dello scultore Simon Benetton su cui si possono leggere i nomi di 2448 alpini caduti. Un luogo di pace davvero suggestivo ed emozionante